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Visualizzazione dei post da 2019

Risveglio

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Sono per mare. In realtà dovrebbe essere una gran notizia, vista la mia lunga permanenza sulla terraferma, invece al momento mi pare un fatto normalissimo. Un forte vento soffia dall'alto verso il basso, noi gente di mare lo chiamiamo il Pesante, infatti mi sento addosso il doppio del mio peso; eppure, davanti a me, una strana palla di terra si libra a mezz'aria e, poco dopo, prende a ondeggiare e vibrare sempre più forte, cambiando colore - grigio, marrone, poi verde - ed emanando un leggero ronzio che cresce e cresce finché non diventa un boato assordante. Sullo strano oggetto sta germogliando qualcosa di enorme e tentacolare; la palla vibra e ronza così forte da sembrare sul punto di esplodere e, proprio al culmine del baccano, mi sveglio. Sono lungo disteso su una foglia di un'enorme aloe cresciuta sull'orlo di uno strapiombo a picco sul mare mentre tutt'attorno cade silenziosamente la tiepida neve dei tropici. Resto fermo, come paralizzato, un po' per

La cava d'oro

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La cava di Capaglia è un luogo misterioso e antico; fonte di inesauribili ricchezze, è stata sfruttata per centinaia di anni x l'estrazione di oro purissimo, finché, nonostante fosse ben lontana dall'essere esaurita, venne abbandonata. Le leggende narravano di una creatura mostruosa attirata lì dal luccichio dell'oro e, da allora, nessun essere vivente entrato nella cava ne era mai uscito. Tranne me. Ma d'ora in poi me ne starò ben alla larga da cave e miniere, potete starne certi. MotMot

L'orangopiango

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Accennato nella mia ultima avventura (ancora in corso), l'orangopiango è una rarissima specie di orango che vive solo ed esclusivamente nelle foreste dell'entroterra dell'Arcipelago Mutevole. Per secoli è rimasta ignota la causa dell'eterna tristezza degli orangopiango, mistero che, per pura casualità, ho contribuito a risolvere in un mio vecchio viaggio in quella magnifica ed esotica terra semovente. Come avrete ormai inteso, ogni esemplare di questo splendido orango è impegnato ininterrottamente in pianti e lamenti che rattristano chiunque li oda nel raggio di chilometri. Si nutrono esclusivamente di foglie di felce, ed è proprio mentre se ne stava nutrendo che per la prima volta vidi uno splendido esemplare; subito dopo averlo avvicinato e fotografato tirai fuori dei litchi e mi feci uno spuntino. Appena l'orangopiango vide i piccoli frutti mi afferrò e me li strappò dalle mani, iniziò a mangiarli voracemente e i suoi lamenti cessarono improvvisamente p

La calva

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Capaglia inizia a correre e disperarsi finché non trova un secchio pieno d'acqua e se lo rovescia in testa, spegnendo il fuoco che aveva ormai incenerito la finta chioma paglierina e rivelando un'ampia e sferica pelata che la donnona tenta invano di nascondere infilandosi il grosso secchio come fosse un improbabile copricapo. "Perché tu mi vuole bruciare?" ulula ella, bloccandomi la fuga con un'enorme manata, "Io ti ha aggiustato cuore!". Poi mi afferra ancora il braccio e mi porta in giro per la grotta, in meandri in cui non c'è più traccia d'oro ma dove passeggiano, saltellano e ticchettano ovunque piccole creature meccaniche. "Io aggiusta bestioline rotte" dice la gigantessa, orgogliosa, "loro arriva qua in panne e io sistema loro ingranaggi rotti e loro resta qua per sempre!" e fa un sorrisone ebete. "Dovresti lasciarli andare!" le dico, indeciso se ha senso o no provare pena per degli automi, poi mi ricordo

Il Corriere di Chroma #7 - Il traguardo.

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Sempre 17 marzo. Qualche anno dopo. Quando iniziò l'avventura di Chroma nove anni fa ad oggi ( clicca qui per sapere com'è andata ) non avevo la più pallida idee delle tempistiche entro le quali l'irideo sogno si sarebbe concretizzato. A dirla tutta, nei primi tempi non c'era nemmeno un progetto vero e proprio, non esisteva l'idea definitiva di un romanzo o altro, c'era solo un mondo che, spontaneamente, prendeva lentamente forma e, nel corso di settimane, mesi e anni, iniziavano ad emergerne dettagli, ambientazioni, personaggi, antagonisti e possibili avventure. Tutto il processo dall'origine dell'idea ad oggi è stato naturale, mai forzato e mai troppo pianificato; è come se la storia avesse man mano preso forma così come le nostre vicende quotidiane si susseguono nella realtà. È innegabile però che non avrei mai pensato che sarebbe passato quasi un decennio senza che il mondo conoscesse i personaggi e le avventure di Chroma, ma la vita d

La cavia

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Da dieci minuti cammino nell'oscurità e nel silenzio quasi totali: l'unico suono che sento è l'eterno zampettìo delle formiche che ancora procedono al buio. Ad un tratto mi accorgo di essere in un'ampia sala perché il mio respiro e i miei passi rimbombano come dentro ad una cattedrale; ho come uno strano senso di prurito dietro alla nuca, istintivamente mi do una bella grattata e mi accorgo che le formiche mi sono salite addosso e si stanno dirigendo verso le mie orecchie. A questo punto, che mi crediate o no, sento le flebili voci dei piccoli insetti che mi parlano: "Non avere paura di lei!" ripetono, "non è cattiva come sembra!" Non faccio in tempo a chiedere chiarimenti, che sento il fruscio di qualcosa di enorme e pesante e un verso lamentoso e gutturale. Subito penso al lamento di un orangopiango, ma so che vive solo nelle foreste dell'Arcipelago Mutevole così, mentre rifletto su chi potrà mai emettere queste strazianti lagne, mi accorgo

La cava

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Quando finalmente il mondo smette di ruotarmi vorticosamente intorno e il prurito metallico al petto diminuisce leggermente, riesco ad alzarmi e mi accorgo che nella stanza adiacente alla mia c'è un vecchio e tarlato tavolino di legno poveramente apparecchiato. Mi sento come se non avessi mangiato nulla per settimane e così, senza pensarci su, mi fiondo a sedere al tavolo. Il mio mezzo ottimismo viene ben presto demolito da ciò che mi trovo nel piatto: qualche lisca di pesce con ben poca polpa bagnata da un brodino giallastro maleodorante, a fianco un minuscolo pezzo di quello che forse qualche mese fa doveva ricordare del pane vecchio. Non che io abbia un palato particolarmente fine, Dio solo sa le schifezze immonde che mi sono ridotto ad ingurgitare in alcune interminabili traversate oceaniche, ma non capisco se si tratti di una goffa e ributtante accoglienza o semplicemente di un pasto abbandonato su sto tavolo da prima della Guerra dei Canditi. Noto del movimento sul tav

Terraferma

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"Uhm.. Avrei proprio voglia di cocco!" è l'unica cosa che penso, prima di sfracellarmi sul ponte. Quasi un secolo dopo riacquisto i sensi, sento delle voci familiari ma non è il capitano e nemmeno Barbalegno... sono voci che mi rallegrano, anche se sembra che stiano ridendo di me; provo ad aprire gli occhi, ma le palpebre sembrano ineluttabilmente ancorate ai fondali oceanici, così torno a dormire. Sogno di nuotare beato in un mare bianco come il latte, ridendo e giocando da solo a nascondino sotto il pelo dell'acqua, quando mi ricordo di non saper nuotare, e inizio rapidamente ad andare a fondo. Mi sveglio di scatto, e davanti a me una donna anziana ma bellissima mi porge amorevolmente una strana bevanda verde. "Svegliati, cretino!" dice con voce gracchiante, "Hai dormito per un sacco di tempo, stavo per gettarti insieme al pesce vecchio" La testa mi duole come trafitta da mille spilli, non riesco a muovere le gambe. Istintivamente mi toc

Prologo?

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Prima di continuare questo viaggio, una premessa è d'obbligo. O meglio, un prologo. Che poi sarebbe più un interludio, perché questa storia è già iniziata e procede perciò non dall'inizio ma da questo momento: da me, qui ed ora. Tra le onde, tra le risate, le liti, le bevute, le speranze e gli sconforti di una ciurma che non conosco, un branco di farabutti buoni a nulla ma che in fondo cominciano a piacermi. Sarà che sto diventando come loro? Uffa ora sono avvilito. Mmm, scusate, mi sono perso, dov'ero? Ah, il prologo, dunque... Io sono Mot mcMot, per gli amici anche solo MotMot, perciò tra qualche episodio potrete anche chiamarmi così, ma vi suggerisco di aspettare, non è detto che la mia storia vi possa piacere. Sono stato il navigatore di molte ciurme e... Caspita, ora che ci penso, nessuna di esse ha fatto una bella fine, ma... Sì, sarà una coincidenza, non ho dubbi sulle mie capacità, io. Perlomeno, non ne avevo. Sono navigatore da quando fui ritrovato esanime sulle