Terraferma



"Uhm.. Avrei proprio voglia di cocco!" è l'unica cosa che penso, prima di sfracellarmi sul ponte.

Quasi un secolo dopo riacquisto i sensi, sento delle voci familiari ma non è il capitano e nemmeno Barbalegno... sono voci che mi rallegrano, anche se sembra che stiano ridendo di me; provo ad aprire gli occhi, ma le palpebre sembrano ineluttabilmente ancorate ai fondali oceanici, così torno a dormire. Sogno di nuotare beato in un mare bianco come il latte, ridendo e giocando da solo a nascondino sotto il pelo dell'acqua, quando mi ricordo di non saper nuotare, e inizio rapidamente ad andare a fondo.
Mi sveglio di scatto, e davanti a me una donna anziana ma bellissima mi porge amorevolmente una strana bevanda verde.
"Svegliati, cretino!" dice con voce gracchiante, "Hai dormito per un sacco di tempo, stavo per gettarti insieme al pesce vecchio"
La testa mi duole come trafitta da mille spilli, non riesco a muovere le gambe. Istintivamente mi tocco il petto, e cado nel panico: al posto del navigatore, un ammasso di ingranaggi divelti e molle deformate, tutti i meccanismi sono irreparabilmente danneggiati.
Mi guardo attorno, disperato; dove sono capitato? La luce che arriva dalla finestra, l'aroma che permea l'aria e il suono delle campane mi comunicano all'istante due notizie, una cattiva e una buona: sono sulla terraferma, ed è ora di pranzo.

[continua...]

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