La Realtà Nel Fantastico #0 - Dagli studi di Tolkien al fumetto d'autore

Ciao a tutti!
Come promesso, eccovi prefazione ed introduzione della mia tesi sul fumetto (e non solo!), presto arrivano anche i prossimi capitoli (in cui ci saranno anche immagini, perciò non disperate!).
Buona lettura!


LA REALTÀ NEL FANTASTICO 
DAGLI STUDI DI TOLKIEN AL FUMETTO D'AUTORE 


PREFAZIONE

    La critica e lo studio dell'arte, nelle loro diverse forme ed aspetti, sono sempre stati molto attenti e particolarmente interessati alla storia, alle tecniche, agli autori ed alle singole opere. Ci sono delle chiavi narrative ed espositive che sono state sfruttate un'infinità di volte ma poche volte sono state comprese e definite nella loro più profonda essenza. In questa categoria rientra sicuramente la narrazione fantastica.

    Poche persone, prima che Tolkien scrivesse il suo saggio sulle fiabe, si sono interrogate sulle origini della fantasia, sul perché tutte le primissime testimonianze di cultura umana siano così profondamente legate all'immaginazione di una diversa realtà, ma la cosa più importante è che ancor più raramente si è tentato di trovare un filo di connessione, che per lo studioso inglese è inevitabile e necessario, che unisse i più antichi miti ai più moderni racconti fantastici.
La fiaba, che non è altro che la diretta evoluzione del mito, è da molto tempo abbandonata e ridotta ad una misera caricatura di ciò che era in origine: piccoli esserini dispettosi, romantici incantesimi, ambientazioni ingenue e trame melense hanno preso il posto delle grandi storie di eroi coraggiosi, magie antiche come il tempo e terre fantastiche; i libri che presentano confuse raccolte di tanti, troppi infantili adattamenti di fiabe raccontate ai bambini solamente per tenerli buoni hanno fatto dimenticare le grandi epopee e saghe mitologiche che infiammavano gli animi di intere popolazioni; lo stanco ripetersi di prevedibili moralette ha offuscato il ricordo dei grandi temi e problemi che da sempre inquietano o infervoriscono nel profondo l'animo umano.

    Pur trattandosi di un argomento che, a primo acchito, può apparire completamente slegato da quanto detto finora e di tutt'altro genere, in una situazione decisamente molto simile a quella della fiaba si trova il fumetto, che ormai è spesso incapace di dimostrare al mondo le proprie smisurate risorse a causa della visione che quel mondo ha di esso.

    Questi, fondamentalmente, sono i due motivi che, insieme al desiderio di esaltare il grandioso mezzo espressivo della fantasia, hanno contribuito nel far nascere la passione e l'interesse di intraprendere questo studio, in modo da poter dimostrare, per quanto possibile, l'infondatezza dei pregiudizi che generalmente si hanno nei confronti di fiabe e fumetti e svelare, entro ovvi limiti, il loro vero volto e le loro sconfinate potenzialità.
Per ognuna delle riflessioni proposte nei diversi capitoli, si è partiti dalle idee espresse da Tolkien, da altri studiosi, o da personali curiosità e note di interesse, per poi ampliarle, astraendole dal contesto della fiaba - di cui si occupa Tolkien - e trasportarle nel linguaggio del fumetto, osservando in che modo quest'ultimo concorresse nella riuscita di determinati meccanismi immaginativi e rappresentativi.

    Si è poi fatto un lavoro sui tre fumetti di cui si legge nei capitoli 4, 5 e 6, analizzandoli nello stesso modo e con gli stessi obbiettivi con cui Tolkien studia le diverse narrazioni fiabesche, nel suo saggio, e cercando di ritrovare in essi le stesse passioni, gli stessi temi e lo stesso spirito, così importanti millenni fa, nelle prime opere fantastiche, ma con tecniche, espedienti e linguaggi completamente differenti.
Lo studio più interessante è forse la realizzazione del progetto, di cui viene qui presentata una spiegazione e motivazione, nel capitolo 9, che non vuol rappresentare altro che una piccola dimostrazione, uno stimolo, un esempio pratico della complessità e del fascino che la creazione di un universo fantastico, se ben concepito, può avere il vanto di trasmettere.
L'idea portata avanti con il progetto è che se ognuna delle opere realizzate finora, che presentano una vicenda ambientata in un universo fantastico, comprendesse anche un così approfondito studio dell'ambientazione e di tutti gli elementi del mondo in cui si svolge la vicenda, ecco che nelle vicende narrate ciò che era solo uno sfondo e una cornice diventa parte integrante del racconto, un personaggio fondamentale ed irrinunciabile quanto i protagonisti; ecco che molte più opere trasmetteranno le sensazioni di grande spessore e profondità ritrovati nello studio delle numerose opere realizzato per questo lavoro di tesi

    Il desiderio è che si sia riusciti a fornire una nuova, chiara e interessante immagine del mondo del fantastico e delle sue manifestazioni nell'arte, in modo da risvegliare l'interesse per tutto ciò che è fumetto, fiaba e fantasia.
Augurandosi che i temi trattati non siano qui risolti ma possano dare origine a sempre nuove riflessioni, idee e sperimentazioni, concludo ringraziando chi mi ha accompagnato in questi tre anni alla scoperta o, meglio, alla riscoperta dell'arte e del fumetto, in tutti i loro aspetti, tecnici e creativi, e chi con pazienza ed amicizia ha dimostrato attenzione, interesse e collaborazione per questo - spero apprezzabile - lavoro.


INTRODUZIONE

    La storia della cultura e dell'arte umana propone un'infinità di opere di ogni genere, ma se ripensiamo brevemente ai maggiori capolavori di ogni tempo, anche solo in ambito letterario - dato che è di letteratura che andremo a parlare - ci accorgeremo che la stragrande maggioranza di essi sono opere di grande fantasia: dalle antiche epopee nordiche ai miti greci e i poemi mediterranei, dalle fiabe dei fratelli Grimm alla Commedia di Dante, da Carroll a Orwell, l'uomo ha sempre sognato mondi fantastici, più o meno desiderabili, non solo per evadere dalla realtà ma soprattutto per spiegarla, guardarla sotto una prospettiva diversa, mirando alla sua essenza, al cuore delle cose.

    La riflessione centrale che si intende proporre, e che verrà presentata nei prossimi capitoli, è l'idea per cui in qualunque opera di fantasia l'elemento di realtà deve avere un ruolo fondamentale, ancor più degli elementi fantastici che la costituiscono; realtà intesa non come fatti, situazioni ed oggetti fisici riscontrabili del mondo reale, ma piuttosto come un'insieme di tematiche, personalità, sensibilità e problematiche proprie della nostra realtà ed umanità, la cui presenza e centralità è assolutamente fondamentale per dare un senso al racconto, per far immedesimare il lettore e per comunicare qualcosa che non siano sole immagini, in modo da rendere l'opera un'opera d'arte, e non un semplice prodotto di intrattenimento, come sempre di più se ne vedono in giro.

    Tra il 1938 e il 1939 J.R.R. Tolkien, massimo studioso di letteratura medievale inglese, nonché autore di quello che da molti viene acclamato come “il romanzo del XX secolo”, Il Signore degli Anelli, scrisse un breve ma notevole saggio sulle fiabe, in cui ne svela le origini, la classificazione e la pertinenza di tecniche e tematiche, analizzando in primo luogo cosa può essere definito fiaba e cosa invece no, e facendo poi una riflessione sul loro scopo e significato, soffermandosi particolarmente sull'importanza del lieto fine. Tramite quest'opera, lo studioso inglese rispolvera una tradizione vecchia quanto l'umanità stessa, riportando luce su un metodo di creare narrazioni fantastiche caduto in disuso da tempo.

    Può il fumetto contenere tutti quegli elementi che Tolkien ritrova nelle fiabe? In che misura? Quali differenze di forma, linguaggio e messaggi ci sono tra il mito e la fiaba da una parte, e il fumetto dall'altra?
Nel tentare di rispondere a queste domande, è necessaria una riflessione sul fumetto e sull'effettiva possibilità di compresenza e correlazione tra fantasia e realtà, e verranno analizzate tre delle più importanti opere della storia del fumetto, cercando di carpirne il senso, il messaggio, e studiare in che misura la realtà viene riflessa e sondata dagli eventi fantastici raccontati ed illustrati. Ma prima di addentrarsi nell'analisi delle singole opere, è necessario contestualizzare il tutto, capire dove e come nasce il fumetto, quali sono le sue diverse evoluzioni nel mondo, come si è trasformato negli anni, quali sono le sue caratteristiche e potenzialità e fino a che punto sono state sfruttate, che ruolo ha nella cultura e nella società e perché è relegato ad una posizione di riconoscimento ed apprezzamento così inferiore rispetto alle altre arti.

    Dal momento in cui il lettore è immerso nella realtà anche mentre sta affrontando la lettura di un fumetto, esso dovrà adottare le migliori tecniche ed espedienti per raggiungere un'esposizione chiara, credibile e coinvolgente, e non cadere mai in ingenuità e banalità, come è spesso facile che capiti quando si compone una vicenda particolarmente fantastica. L'obbiettivo di tali riflessioni, oltre a quello basilare di argomentare e trovare riscontro pratico della tesi centrale nelle opere analizzate, è quello di proporre una rivalutazione del fumetto come linguaggio e forma di comunicazione, e sottolineare le sconfinate risorse e la grande validità culturale ed artistica; si cercherà di mostrare la struttura del linguaggio del fumetto illuminandone quegli aspetti e quelle conformazioni che lo rendono unico e sulle quali si può sviluppare una crescita ed un'evoluzione di stili, forma e contenuti tale da poter, almeno qualitativamente, confermare la presenza del fumetto all'interno del corpus di arti ritenute “maggiori” o comunque valide, riconosciute ed apprezzate.

    Senza dubbio la stragrande maggioranza delle creazioni e delle opere a fumetti comunicano attraverso ambientazioni e vicende fantastiche. Il mondo della fantasia e del fumetto fantastico è molto ampio e complesso, ma riducendo le creazioni che ne fanno parte ai minimi termini, si avrà una visione globale dell'essenza di tali opere, di un certo “spirito” del fumetto, che alla fine non è affatto differente dallo spirito che pervade tutta la letteratura, la ricerca della verità e dell'essenza delle cose, dell'esistenza e, soprattutto, dell'uomo; l'unica differenza è che tutto ciò viene creato e comunicato con un nuovo linguaggio, che per la sua freschezza ed efficacia sempre di più dovrebbe entrare a far parte della cultura umana, tutto sta nel proporlo in modo tale da essere visto come un'affascinante immagine, una profonda parola diretta al cuore dell'uomo.


Alla prossima, con il primo capitolo: La fiaba e il fumetto: due finestre sulla realtà.
M

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