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Tempesta, il veliero sta andando in pezzi. È la notte dei due pleniluni, ma con questo tempaccio non ci si può godere l'incantevole vista delle due lune rivali affrontarsi in cielo. No, noi siamo qui sotto, condannati a soffrire sotto questa maleodorante pioggia di sabbia. Ah, cosa darei per un po' di rum. Anche dell'acqua andrebbe bene. O anche del chai, al limite. Guardo il pendaglio che ho al collo, una strana bussola rotta di ferro che mi porto appresso da che ho memoria, e me la rigiro tra le dita. Il punto è che da cinque giorni l'uragano arido ci insegue senza tregua, e l'equipaggio è sfinito. Questa catapecchia sta diventando sempre più pesante sotto il peso della sabbia che si accumula in ogni angolo, non ci si può fermare neanche un attimo di riempire secchi e vuotarli fuoribordo; persino Jo-Lang il Cinoceronte è sfinito, la maggior parte di loro vanno avanti per inerzia, gusci vuoti che eseguono gesti freddi e meccanici, senza chiedersi se ne valg...